Progetto -   aeroporto di Sibari -                     premessa   
 SISTEMA AEROPORTUALE DELLA SIBARITIDE  SIBARI - PISTICCI - SCALEA
Sibari, per chi non lo sapesse, per noi che apparteniamo al parco culturale della Sibaritide, è un luogo e uno spazio di idee libere, positive e benefiche ed appartiene idealmente e realmente a tutta la Calabria e all’intera Italia oltre che agli altri abitanti del pianeta.

Investire per una città del sole significa investire per il futuro dell’umanità.


Rivolgo questa breve riflessione ai sindaci  e ai rappresentanti  politici della sibaritide, ovvero del territorio che va da Cariati a Metaponto e da Rende fino a Lagonegro ed oltre.

Resta chiaro che in questo caso la riflessione ha come base la risoluzione delle criticità che investono il nostro territorio, che noi tutti abbiamo il dovere di affrontare, per permettere alla popolazione di esprimere il suo potenziale, in armonia con l’ambiente, l’ecosistema e la natura.

Per riuscire a fare un’analisi di questo tipo bisogna individuare gli ostacoli che inibiscono lo sviluppo di un territorio e sicuramente tra i punti di maggiore forza e rilevanza troviamo il concetto di intermodalità riferito al trasporto.

Quando parliamo di trasporto intendiamo tutti i sistemi che permettono alle persone e alle cose di spostarsi da un punto all’altro, quindi in prevalenza parliamo di trasporto aereo, marittimo, ferroviario, stradale, ecc.

Quando parliamo di criticità, tra i punti importanti troviamo anche la protezione dell’ambiente e quindi anche della popolazione che vive in un determinato luogo.  

Per esempio, per risolvere la criticità degli incendi boschivi dell’area che va dalla Sila al Pollino ed oltre, bisogna attrezzarsi con un buon sistema antincendio, dentro il quale sicuramente trova un ottimo campo di applicazione quello aereo, il cui punto nodale rimane l’aeroporto di Sibari, che purtroppo non è mai stato realizzato.

A parole e da anni ( e questo si rileva anche nel piano dei trasporti della Regione Calabria ), questo tema viene tiepidamente citato dicendo che è necessario realizzarlo, ma nei fatti rimane un  enunciato a cui nessuno fino ad ora ha voluto dare forza e un immagine seria.

Ora, se si dice che per una serie di corridoi al alta densità di trasporto in Europa manca  una rete coerente di modi  ed interconnessioni, è chiaro che la questione si sta affrontando e che si è capito l’importanza dei collegamenti e delle strutture mancanti all’interno dei nodi o degli snodi strategici.

L’aeroporto di Sibari è uno snodo importante che si colloca tra la Calabria e la Lucania, che si presta naturalmente a ricoprire un ruolo di crescita e di sviluppo, che è stato completamente sottovalutato dall’unità d’Italia fino ad oggi.

Perché lo snodo di Sibari è importante per lo sviluppo di questa parte del meridione ?

Semplicemente perché si presta a tantissime soluzioni ed offre caratteristiche di intermodalità che qui trovano ampia possibilità di realizzazione, di sviluppo e di produzione.

Di fatto il territorio è naturalmente predisposto ed esistono delle realtà produttive già nate con l’idea di un forte sviluppo, che negli anni sessanta era stato ipotizzato ed in minima parte realizzato con il porto di Sibari, che poi è stato declassato non si sa da chi a porticciolo di Schiavonea.
Allo stesso modo per la sua strategicità, qui si trova lo snodo ferroviario più importante della Calabra e lo snodo più importante autostradale della Calabria.

Ora, tutti si devono chiedere se questa particolare condizione territoriale trova posto nel concetto che si sta promuovendo a livello europeo e che è inteso come modello intermodale e definisce il collegamento di più infrastrutture che sono efficacemente interconnesse tra di loro e permettono alle persone e alle merci di spostarsi efficacemente.

E’ chiaro, poi, che il trasporto intermodale è forte come l’anello più debole nella catena di trasporto, che comunque a Sibari non si può completare, perchè manca quello aereo e per questo motivo va senza più indugi realizzato.

In questa riflessione devo necessariamente fare delle battute di classe inferiore all’argomento trattato, che però sono importanti, perché ci aiutano a comprendere i comportamenti tenutisi in tutti questi anni e che hanno tradito lo sviluppo di questa zona lasciandolo a metà e in condizione di deterioramento.

A mio modesto avviso c'è un problema atavico da risolvere.

Questo, purtroppo si estende a molte materie di studio che vanno dalla religione, alla politica, alle materie scientifiche come le lingue, la matematica ecc, fino allo sport e al turismo.

Cioè si vede con gli occhi, si parla con la bocca, si ode con le orecchie, dando l'impressione di aver compreso, ma nella sostanza la verità rimane lontana dalla comprensione.

Dico questo, perché anche in altri articoli si evidenziano diversi aspetti interessanti sul territorio calabrese, parlando anche di nodi strategici, ma vengono puntualmente esclusi alcuni, come ad esempio quello di Sibari.

Cioè si parla dell'importanza delle zone che fanno sistema, ma molti non sanno e non capiscono che a Sibari manca l'aeroporto, che è un opera strategica per questo territorio e che si connette perfettamente e in modo intermodale con tutte le altre infrastrutture esistenti, che sono tutte necessarie per questo territorio.

Allo stesso modo, se si osserva un immagine della Calabria chiunque può capire che anche la Locride è totalmente sottovalutata.

Quindi come al solito si parla e pur avendo compreso alcune cose, non si capiscono tante altre e la società non può migliorare, perché in circolazione circolano solo mezze analisi, totalmente incomplete per produrre qualsiasi tipo di risultato.

Tutto ciò detto in parole ancora più banali diventa in sintesi:

ognuno tira per l'orticello suo e trascura l'orto in comune per il bene di tutti.

E questo, purtroppo, dimostra che ancora oggi e in quest’epoca, pochissimi hanno una visione completa e la capacità e le caratteristiche dei veri statisti.

Concludo questa semplice riflessione facendo semplicemente notare che la sibaritide è una delle culle dell'umanità.

Non a caso Pitagora, trascorrendo la strada che da Crotone punta su Policoro, Eraclea e Metaponto, passando per Sibari lungo la via insegnava ai suoi discepoli.

Ma oggi a Sibari non c'è niente e questo dovrebbe far riflettere non solo i calabresi, i lucani e i parlamentari della zona, ma anche tutti gli italiani.

Se si disprezza in questo modo questo luogo, sottovalutando il parco culturale della sibaritide e i suoi abitanti, penso che l'Italia e gli italiani non avranno il miglioramento che possono avere, semplicemente perchè non basta investire solo a Milano o solo in alcuni posti, soprattutto oggi.

Spero che si abbia la capacità e la perspicacia di capire quello che sto proponendo e di quello che sto cercando di spiegare in tanti modi e bisogna inoltre augurarsi che anche le istituzioni si rendano conto di quello che sta accadendo.

CAUSE ED EFFETTI.

la pianura di Sibari

Siccome mi capita spesso di dover rispondere a critiche di ogni genere, tra le quali rientrano quelle secondo cui è sopravalutata la mia esposizione sull’importanza di Sibari come snodo, aggiungerò alcune piccole considerazioni.

Da progettista che vive da più di 60 anni nella sibaritide e da geometra, avendo svolto innumerevoli rilievi di ogni genere, penso di avere una visione abbastanza completa del nostro territorio, sia in relazione alle strutture che già esistono che di quelle che sono già in costruzione.

Non pretendo, quindi, che tutti abbiano una visione così ampia dei nostri luoghi, ma voglio sottolineare, che è totalmente insufficiente una critica che non valuta tutto ciò che c’è nella sibaritide ed è uno spreco vedere la forza prorompente che esprime il nostro territorio, la Calabria e la Lucania e continuare a lasciarlo in condizioni di stallo.

A mio modesto avviso, noi, qui in Calabria abbiamo la necessità di potenziare le capacità di Reggio e di Crotone e delle loro offerte, perchè sono degli snodi, intorno ai quali si svolgono molte attività importanti, che sono utili e spesso necessarie anche per i paesi che gravitano in queste aree, dove c'è bisogno di tutti i servizi per potersi esprimersi.

Per me Reggio, Crotone, Lamezia, Sibari e la zona della Locride sono parti del territorio calabrese piene di ricchezze che bisogna imparare a conoscere, a vivere e a utilizzare con attenzione, perchè ancora non hanno mostrato tutte le loro potenzialità.

Questi snodi hanno caratteristiche differenti, ma fanno parte della Calabria ed ognuno di questi luoghi può esprimere molto valore.

La mia opinione è che se non entrano a regime ottimale tutti gli snodi; la Calabria e quindi anche gli altri centri, parlo di Catanzaro, Cosenza, Vibo ecc. da soli non basteranno a innescare i vari processi di crescita della nostra regione.

Bisognerebbe cercare di capire meglio cosa implica uno sviluppo zoppo, che è, purtroppo, da decenni davanti ai nostri occhi.

Per fare un paragone, diciamo che è come camminare su un piede o usare solo una mano.

Io vivo qui nell'alto ionio e nella sibaritide, ci tengo al mio territorio e voglio sviluppare e migliorare questi luoghi per me e per tutti quelli che ci vivono.

 

Quando Il Presidente della Repubblica, usando le parole del professore Pietro Carmina, deceduto nel drammatico crollo dell’edificio di Ravanusa, dice :

…... Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Voi non siete il futuro, siete il presente. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare…'”. “FACCIO MIE – CON RISPETTO – QUESTE PAROLE DI ESORTAZIONE COSI’ EFFICACI, che manifestano anche la dedizione dei nostri docenti al loro compito educativo”, ha aggiunto Mattarella.

Io penso di aver fatto il mio dovere

Ma, molte volte mi sono chiesto se questi discorsi che fanno i più grandi personaggi del mondo politico e istituzionale riguardano anche a noi di questa zona o di altre zone d’Italia, oppure no, perché da quello che si vede quotidianamente, in questi luoghi, in queste condizioni, almeno negli ultimi 160 anni di storia della repubblica Italiana non si sono mai realizzate le basi per alcuna ripartenza e ne tantomeno c'è stato alcun piano di ripresa nazionale o europea, per questi snodi strategici, almeno, fino ad ora.

Mi chiedo se si è a conoscenza di quello che accade anche in questi e altri luoghi d'Italia, oltre che nei palazzi istituzionali o di governo e se si ha la piena consapevolezza di ciò che si dice; oppure se si fanno solo discorsi, senza conseguenze e senza che si garantisca in alcun modo la loro concretizzazione e realizzazione, come dovrebbe avvenire in una società civile ed evoluta ( sempre in verità, giustizia, libertà, diritto, dovere ).

Invito a riflettere sul fatto che la trattazione qui esposta riguarda il futuro di tutto il mezzogiorno e non solo della Sibaritide, specificando che con la negazione dei diritti di questa zona d’Italia e di queste infrastrutture, ancora una volta, si sta mettendo in discussione e si sta compromettendo il normale e naturale corso degli eventi.

Invito quindi, anche tutti gli altri a fare il loro dovere.

Premesso che una società moderna dovrebbe avere nel suo DNA una visione ecocompatibile e una progettazione ideale del proprio territorio,

ritengo, come altri concittadini, che è giunta anche per questa comunità l'ora di fare un piano territoriale urbanistico sulla Sibaritide e, quindi, di progettare tutte le opere infrastrutturali utili, necessarie e sufficienti per lo sviluppo culturale, economico e tecnologico.

Oggi, più che mai, dovrebbe essere importante prendere consapevolezza del nostro territorio e delle potenzialità di questo luogo.

Basta guardare le seguenti immagini per comprendere che il settore dei trasporti nella regione Calabria è squilibrato

La mancanza di un aeroporto nella Sibaritide da anni pregiudica e sta ormai danneggiando il presente e il futuro di questa importante zona della Calabria, che rimane ancora senza questo servizio, oggi necessario per potersi sviluppare decentemente.

L'aeroporto di Sibari, ai nostri giorni dovrebbe essere considerato, ormai, un servizio normale per un territorio ad alto concentramento di attività industriali e ad alto tasso di produttività agricola, senza scordare la presenza di reperti archeologici, e di zone naturalistiche senza eguali.

Con la presenza del porto e dei laghi di Sibari e, oggi, finalmente con la ferrovia riattivata, senza il trasporto aereo la nostra zona non avrà il miglioramento che gli spetta.

E' importante rimarcare la differenza dei trasporti per terra e per mare dal trasporto aereo che rimane un servizio assente nel nostro territorio e che ha una valenza completamente diversa dagli altri sistemi di trasporto, coi quali non è in competizione e che ogni parte dell'Italia civile che si ritiene tale dovrebbe avere.

Basti pensare che questo servizio esiste nelle isole con poche migliaia di abitanti ed esiste anche in luoghi e località meno importanti dalla nostra.

E' sufficiente rivolgere l'attenzione ad alcune località della ex Iugoslavia, senza andare lontano, per vedere che una semplice pista è attiva, permette il decollo aereo e fa si che il transito veloce di persone, merci e cultura è possibile ed è realizzabile.

Ora Che la Sibaritide dei nostri giorni sia lasciata in queste condizioni, con un bacino di utenza in uscita che va da Cariati fino a Metaponto e da Rende fino a Lagonegro ( si ritiene che il bacino in entrata da tutte le parti del mondo sia ancora più grande, e va dall'Argentina agli Stati uniti, al Canada fino alla Corea e all'Australia ),

chiunque può comprendere che qualcosa non quadra e che c'é uno spazio, per noi enorme che si trova al centro e che noi chiamiamo "ironicamente"

<<il grande vuoto>>

tra l'aeroporto di Bari e quello di Lamezia Terme e Crotone,

che dimostra la sottovalutazione tenuta da tutte le istituzioni negli anni passati verso questo territorio.

A monte del fatto che, mentre, nella parte più meridionale della Calabria ci sono tre aeroporti, quello di Lamezia, Crotone e Reggio Calabria,

nel centro e nella zona settentrionale non c'è niente,

e che ci sentiamo ripetere in continuazione: gli aeroporti sono in perdita, economicamente onerosi ecc. ecc.

- E’ evidente che in altri posti gli aeroporti esistono e da noi no.

A chi obietta in continuazione che un opera del genere richiederà svariati decenni:

rispondo, che in 3 anni, se vogliamo, possiamo avere il necessario per viaggiare e spostare le merci.

Si può iniziare con la progettazione, col costruire la recinzione e le canalizzazioni, la pista di partenza e decollo, la stazione dei pompieri e l'angar di arrivo e partenza.

Si avrà, poi, tutto il tempo per ampliare e portare a compimento l'intera opera con tutte le prospettive di sviluppo che si riverseranno sul nostro intero sistema territoriale e sociale.

Si sente spesso dire che l'aeroporto di Sibari seppellirà quello di Crotone e danneggerà quello di Lamezia. L'aeroporto di Sibari non è un opera offensiva verso alcuno.

L' aeroporto di Sibari è solo un servizio necessario di quest'epoca e per questa zona dell'Italia e dire altro denota solo mancanza di cultura, di conoscienza e di informazioni corrette.

Quando le strutture logistiche di un territorio sono il risultato di una intelligente valutazione, esse non interferiscono tra di loro ma tutte insieme fanno gruppo per dare qualità e servizi migliori.

Tutti gli aeroporti della Calabria, della Basilicata e della Puglia sono utili e non hanno altro compito che quello di offrire un servizio di trasporto alle relative zone. Chi pensa altro sta sprecando tempo.

E' doveroso ricordare che ciò di cui stiamo parlando non è una nostra personale riflessione o intenzione, perché è già stata fatta in diverse situazioni e la conferma , di ciò che stiamo ribadendo è scritto anche nel Piano Regionale dei trasporti della Regione Calabria

Burc n. 123 del 27 Dicembre 2016 che a pagina 8 recita:

Occorre prevedere, inoltre, la realizzazione dell’aeroporto della Sibaritide, al fine di collegare aree a forte valenza turistica, come appunto la Sibaritide.

Ricordo, ancora, che con i nuovi motori elettrici e di altro tipo ancora sparirà definitivamente anche l'inquinamento atmosferico che oggi producono i mezzi aerei.

( Un Aeroporto rappresenta un servizio che soddisfa efficacemente il bisogno dell’uomo di spostarsi in altri luoghi, di comunicare direttamente e di scambiare merci, quindi è una struttura che favorisce la crescita economica )

Questo già di per se indica che i costi si giustificano e si recuperano con l’attività che la struttura permette di svolgere. Investire, quindi, le forze nella realizzazione di un aeroporto non è denaro sprecato, ma soprattutto ritorno di utili di svariato genere.

Bisogna chiedersi cosa permette di fare agli individui un opera infrastrutturale aeroportuale e pensare al suo potenziale che va al di là del semplice possesso di un opera o alla disponibilità di servizi.

Chiedo alle persone serie e responsabili, ciascuna nel proprio ambito di competenza, di farsi promotori delle esigenze del nostro territorio, di sostenere questa proposta, di aiutarmi a coordinale il grande lavoro che c'è da fare e di contribuire nella richiesta al governo centrale per i fondi necessari alla realizzazione di questa struttura, anche in vista delle azioni che si prenderanno a breve, che come riferitoci, interesseranno il trentaquattro-percento degli investimenti per opere infrastrutturali che saranno destinati al meridione d’Italia.

Invito tutti a prendere in considerazione una progettazione che tenga conto dei valori compatibili con l’ecosistema, che da un lato miri ad una soluzione tecnologicamente avanzata, ma che nel contempo recepisca la storia, la cultura ed il pensiero dell’intera comunità della Sibaritide.

La mia disponibilità e il mio impegno per la coordinazione e per la realizzazione di quest'opera, da anni, sono sottintesi e visibili a tutti, come ognuno può constatare in queste pagine.

Geom. Stamati Domenico Basile  

Con la presente ricordo che per iniziare l'iter per la creazione di un aeroporto è necessario un protocollo d’intesa e uno statuto per aeroporti.

Chiaramente sono tutte due operazioni da analizzare e da adattare nei punti che si ritengono utili e necessari.

La proposta che io consiglio è quella di costituire una società per azioni con l’obiettivo di gestire l’aeroporto di Sibari.

Mentre per la costruzione si potrebbe fare nel modo seguente seguendo le fasi come brevemente descrivo, con l'invito a tutti di correggere e fare le osservazioni di merito.

1- Costituzione Protocollo d’intesa

2- Costituzione della società per azioni con intestazione “Aeroporto di Sibari”. Come idea di base si potrebbe assumere la proposta che la società all’inizio sia costituita dai comuni interessati, con chiaro intento di prevalenza di soggetti pubblici, perché, i trasporti riguardano tutti e rivestono importante carattere pubblico. Ricordo poi, che la gestione dell'infrastruttura e la sua metodologia riguardano altre caratteristiche su cui necessariamente bisognerà discutere e confrontarsi. Con l’occasione si potrebbero già da subito invitare anche i soggetti privati che vogliono entrare nella società. E' utile tenere presente che secondo le leggi attuali almeno un quinto degli azionisti deve essere composto da soggetti pubblici tipo regione, camere di commercio, ecc.

Si ricorda inoltre che, la presidenza del collegio sindacale per questo tipo di società, per normativa è riservata ad un ente pubblico, camera di commercio ecc.

- Si allega un documento sintetico che spiega i tre modelli di gestione aeroportuale, così ognuno può avere un quadro completo della situazione.

3- Una volta costituita la società per azioni, QUESTA dovrebbe deliberare di affidare l’incarico della costruzione al protocollo d’intesa, che a mio modesto avviso rappresenterebbe meglio una realtà di garanzia territoriale in grado di utilizzare bene le risorse economiche per costruire l’opera e tutte le strutture ad essa utili e strategicamente collegate.

Geom. Stamati Domenico Basile


I tre modelli di gestione aeroportuale

In Italia gli aeroporti civili statali, comprese tutte le costruzioni e gli impianti destinati al servizio della navigazione aerea, fanno parte del demanio aeronautico, che è assegnato all’ENAC 31 in uso gratuito per il successivo affidamento in concessione al gestore aeroportuale, la cui disciplina è prevista in via generale dall’articolo 704 del codice della navigazione 32.

La gestione aeroportuale avviene secondo tre modelli 33:

- gestione diretta da parte dello Stato: lo Stato provvede alla manutenzione di tutti i beni e delle infrastrutture aeroportuali ed alla gestione dell’aeroporto, percependone gli introiti e sostenendone tutti gli oneri di gestione. Tale modello è applicato solo in alcuni piccoli aeroporti, come quelli dell’Urbe, di Lampedusa e di Pantelleria, che sono

gestiti direttamente dall’ENAC;

- gestione parziale (anche in regime precario): questa forma di gestione si configura

essenzialmente come concessione di suolo demaniale, in quanto ha ad oggetto solo l’occupazione e l’uso dei beni demaniali rientranti nella superficie aeroportuale (aerostazione passeggeri, merci e relative pertinenze) mentre la gestione delle infrastrutture di volo rimane di competenza dello Stato. Come si vedrà, le concessioni di gestione parziale si sono per lo più trasformate in gestioni totali, o si stanno trasformando in esse 34;

- gestione totale: al concessionario viene attribuita la gestione di tutti i servizi che si svolgono nell’intero sistema aeroportuale, ivi comprese le infrastrutture. In cambio il concessionario percepisce tutte le entrate ricavabili dalla gestione, ivi compresi i diritti aeroportuali. Con la l. 24.12.1993 n. 537 (legge finanziaria per l’anno 1994) lo Stato ha avviato un processo di riforma del regime degli aeroporti, indicando come regime concessorio prevalente il modello della gestione totale. E’stata infatti disposta la costituzione di società di capitali per la gestione dei servizi e delle infrastrutture degli aeroporti gestiti anche in parte dallo Stato. L’intento del legislatore era quello di promuovere la progressiva privatizzazione degli aeroporti italiani trasferendo dallo Stato ai gestori l’onere della realizzazione e della manutenzione delle infrastrutture, dando inizio ad una riorganizzazione degli aeroporti, da gestire su basi imprenditoriali. L’affidamento in gestione totale è avvenuto tramite leggi speciali a soggetti come consorzi, società per azioni, enti pubblici economici e camere di commercio. In altri casi, la concessione ha dato origine alla realizzazione e gestione degli aeroporti, come una vera e propria concessione di costruzione e gestione

35.

Il Regolamento attuativo della l. 537/1993, ovvero il d.m. 12.11.1997 n. 521 ha previsto, all’art. 2, che le società di gestione aeroportuale fossero costituite esclusivamente sotto forma di società di capitali, secondo la disciplina del codice civile e che in qualità di soci potessero partecipare, senza il vincolo della proprietà maggioritaria, anche le regioni, le provincie, i comuni, gli enti locali e le camere di commercio. Il termine per la costituzione delle suddette società di capitali, fissato inizialmente per la fine dell’anno 1994, è stato più volte differito e nel corso del tempo sono stati adottati provvedimenti legislativi che hanno prorogato le gestioni parziali. Inoltre, nonostante la l.537/1993, la quale prevedeva che la scelta del gestore dovesse avvenire attraverso una procedura di evidenza pubblica, gestita dall’Enac, nel d. m. 521/1997 è stata data ai gestori parziali, anche precari, la possibilità di ottenere una concessione di gestione totale a seguito di presentazione di un’istanza corredata da un programma di intervento. La concessione, che ha una durata massima di 40 anni, è affidata mediante Decreto interministeriale 37. Con tale disposizione normativa è stata legittimata la trasformazione delle gestioni da parziali e precarie a totali.

Il sopra citato art. 704 del Codice della navigazione39 (come modificato dal d.lgs. n. 96/2005 e dal d.lgs. n. 151/2006) prevede che il rilascio della concessione avvenga con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e, limitatamente agli aeroporti militari aperti al traffico civile, con il Ministro della difesa. La concessione è rilasciata su proposta dell’ENAC, nel limite massimo di quaranta anni, all’esito di una selezione effettuata tramite procedura di gara ad evidenza pubblica secondo la normativa comunitaria, con idonee forme di pubblicità, nel rispetto dei termini procedimentali fissati dall’ENAC, sentita, laddove competente, la regione o provincia autonoma nel cui territorio ricade l'aeroporto oggetto di concessione

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CODICE DELLA NAVIGAZIONE

Approvato con R.D. 30 marzo 1942, n. 327 (con succ. mod. e integr. sino al 2002)

Capo II
Delle gestioni aeroportuali e dei servizi di assistenza a terra

Art. 704 - Rilascio della concessione di gestione aeroportuale

Alla concessione della gestione totale aeroportuale degli aeroporti e dei sistemi aeroportuali di rilevanza nazionale si provvede con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e, limitatamente agli aeroporti militari aperti al traffico civile, con il Ministro della difesa.

Il provvedimento concessorio, nel limite massimo di durata di quaranta anni, e' adottato, su proposta del-l'ENAC, all'esito di selezione effettuata tramite procedura di gara ad evidenza pubblica secondo la normativa comunitaria, previe idonee forme di pubblicità, nel rispetto dei termini procedimentali Fissati dall'ENAC, sentita, laddove competente, la regione o provincia autonoma nel cui territorio ricade l'aeroporto oggetto di concessione.

Alle procedure di gara sono ammesse a partecipare anche imprese straniere non comunitarie, a condizione che istituiscano in Italia una sede secondaria e lo Stato in cui esse hanno la sede principale ammetta imprese italiane a condizioni di reciprocità.

L'affidamento in concessione e' subordinato alla sottoscrizione di una convenzione fra il gestore aeroportuale e l'ENAC, nel rispetto delle direttive emanate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. L'ENAC e il gestore aeroportuale stipulano altresì, entro sei mesi dalla conclusione del primo esercizio finanziario successivo all'affidamento in concessione, un contratto di programma che recepisce la vigente disciplina di regolazione aeroportuale emanata dal CIPE in materia di investimenti, corrispettivi e qualità, e quella recata dall'articolo 11-nonies del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla leGge 2 dicembre 2005, n. 248.

La convenzIone deve contenere il termine, almeno quadriennale, per la verifica della sussistenza dei requisiti soggettivi e oggettivi e delle altre condizioni che hanno determinato il rilascio del titolo, compresa la rispondenza dell'effettivo sviluppo e della qualità del servizio reso agli operatori e agli utenti alle previsioni contenute nei piani di investimento di cui all'atto di concessione. Deve inoltre contenere le modalità di definizione ed approvazione dei programmi quadriennali di intervento, le sanzioni e le altre cause di decadenza o revoca della concessione, nonche' le disposizioni necessarie alla regolazione ed alla vigilanza e controllo del settore. (14)

Art. 705 - Compiti del gestore aeroportuale

Il gestore aeroportuale e' il soggetto cui e' affidato, sotto il controllo e la vigilanza dell'ENAC, insieme ad altre attività o in via esclusiva, il compito di amministrare e di gestire, secondo criteri di trasparenza e non discriminazione, le infrastrutture aeroportuali e di coordinare e controllare le attività dei vari operatori privati presenti nell'aeroporto o nel sistema aeroportuale considerato. L'idoneità del gestore aeroportuale a espletare le attività di cui al presente comma, nel rispetto degli standard tecnici di sicurezza, e' attestata dalla certificazione rilasciata dall'ENAC .

Ferme restando la disciplina del titolo VII e comunque le competenze attribuite agli organi statali in materia di ordine e sicurezza pubblica, difesa civile, prevenzione degli incendi e lotta agli incendi, soccorso e protezione civile, il gestore aeroportuale:

a) assicura il puntuale rispetto degli obblighi assunti con la convenzione ed il contratto di programma;
b) organizza l'attività aeroportuale al fine di garantire l'efficiente ed ottimale utilizzazione delle risorse per la fornitura di attività e di servizi di livello qualitativo adeguato, anche mediante la pianificaziOne degli interventi in relazione alla tipologia di traffico;
c) corrisponde il canone di concessione;
d) assicura agli utenti la presenza in aeroporto dei necessari servizi di assistenza a terra, di cui all'articolo 706, fornendoli direttamente o coordinando l'attività dei soggetti idonei che forniscono i suddetti servizi a favore di terzi o in autoproduzione;
e) sotto la vigilanza dell'ENAC e coordinandosi con la società Enav, assegna le piazzole di sosta agli aeromobili e assicura l'ordinato movimento degli altri mezzi e del personale sui piazzali, al Fine di non interferire con l'attività di movimentazione degli aeromobili, verificando il rispetto delle prescrizioni del regolamento di scalo da parte degli operatori privati fornitori di servizi aeroportuali;
e-bis) propone all'ENAC l'applicazione delle misure sanzionatorie previste per l'inosservanza delle condizioni d'uso degli aeroporti e delle disposizioni del regolamento di scalo da parte degli operatori privati fornitori di servizi aerei e aeroportuali;
e-ter) applica, in casi di necessità e urgenza e salva ratifica dell'ENAC, le misure interdittive di carattere temporaneo previste dal regolamento di scalo e dal manuale di aeroporto;
f) fornisce tempestivamente notizie all'ENAC, alla società Enav, ai vettori e agli enti interessati in merito a riduzioni del livello del servizio ed a interventi sull'area di movimento dell'aeroporto, nonche' alLa presenza di ostacoli o di altre condizioni di rischio per la navigazione aerea nell'ambito del sedime di concessione;
g) redige la Carta dei servizi in conformità alle direttive emanate dal Ministero delle infrastrutture e deiItrasporti e dall'ENAC e garantisce il rispetto dei previsti livelli di qualità dei servizi offerti all'utenza;
h) assicura i controlli di sicurezza su passeggeri, bagagli e merci, conformemente alle disposizionI
vigenti, nonche' la gestione degli oggetti smarriti. (15)

Art. 706 - Servizi di assistenza a terra

I servizi di assistenza a terra negli aeroporti aperti al traffico aereo commerciale, espletati sia dal gestore aeroportuale che dagli operatori terzi o dagli utenti in autoassistenza ritenuti idonei dall'ENAC, sono regolati dalle norme speciali in materia. (5)

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. La composizione azionaria delle società di gestione, i dati dei bilanci ed i contributi pubblici

Da un’indagine effettuata dall’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici su un campione rappresentativo di 19 gestori aeroportuali43 è emerso che tutte le società di gestione sono società per azioni. La composizione azionaria delle stesse può essenzialmente essere ricondotta a tre tipologie:

1) SPA a prevalente capitale privato

2) SPA a prevalente capitale pubblico

3) SPA 100% capitale pubblico

l’organismo di diritto pubblico è qualsiasi organismo, anche in forma societaria, istituito per soddisfare specificatamente esigenze di interesse generale, aventi carattere non industriale o commerciale, che sia dotato di personalità giuridica e la cui attività sia finanziata in modo maggioritario dallo Stato, dagli enti pubblici territoriali o da altri organismi di diritto pubblico; oppure la cui gestione sia soggetta al controllo di questi ultimi, oppure, da ultimo, il cui organo d’amministrazione, di direzione o di vigilanza sia costituito da membri dei quali più della metà sia designata dallo Stato, dagli enti pubblici territoriali o da altri organismi di diritto pubblico.

li aprile 2018

87070 Plataci (CS)

Geom. Stamati Domenico Basile